lunedì 10 settembre 2012

La sera della non-cena

Nel 2004 - sette anni dal diploma - preso un po' dalla nostalgia, provai ad organizzare una cena di classe.

Io e la mia ex compagna Milena ci dividemmo i compiti, e chiamare Camilla sarebbe toccato a me; ma non servì, perché la incontrai il giorno dopo in paese.
Rifiutò l'invito, e non volle dare spiegazioni.

Fatte tutte le telefonate, saremmo stati in otto. A me andava bene, visto che erano tutte persone che avrei visto volentieri; Milena, tuttavia, preferì rimandare poiché teneva particolarmente alla presenza di due compagni, per quella sera già impegnati.

La sera della non-cena, dopo aver volantinato a favore di un candidato alla carica di sindaco del paese, tornando a casa incrociai nuovamente Camilla.

Esordì chiedendomi come fosse andata la cena. Non fosse bastato il tono, erano le 11: la risposta la sapeva. Inoltre, erano trascorse due settimane dal giorno in cui aveva rifiutato l'invito, motivo in più per credere che la cosa le fosse tutt'altro che indifferente.

Un istante dopo, Camilla partì all'assalto. Il suo primo bersaglio era Eva: era lei, in particolare, che non voleva vedere, perché era fissata con la carriera e sicuramente l'avrebbe bersagliata di domande sulle sue prospettive di lavoro.


Poi, fu il mio turno. Non aveva nulla contro di me, ma poiché non mi aveva mai visto nei locali che frequentava, la mia compagnia sarebbe stata di certo noiosa: non avrebbe mai potuto sopportare un'intera serata. La sua serata ideale era un concerto, ma non sarebbe mai andata a sentire gli a-ha, per i quali io, un anno e mezzo prima, mi ero recato in Austria. Per non parlare della mia insopportabile smania di protagonismo, ripetutamente dimostrata in classe con i miei interventi durante le lezioni.

Dopo la festa post-diploma, le volte in cui io e Camilla ci eravamo visti si contavano sulle dita di una mano, anche perché io studiavo a Padova e lei a Gorizia - un po' difficile, pertanto, incontrarla la sera in un locale. In ogni caso, da parte sua non avevo mai avvertito nemmeno un milionesimo del rancore di quella sera.
Che poi, dopo sette anni: perché?

(continua)

Canzone del giorno: The Vaccines - No Hope.

7 commenti:

  1. Adesso mi hai messo curiosità!!! To be continued---

    RispondiElimina
  2. Sono curiosa anche io. Attendiamo sviluppi

    RispondiElimina
  3. Ora voglio sapere come va avanti.

    Comunque capita che uno non abbia voglia di rivedere i compagni delle superiori, eh. Dipende da come sono andati quei cinque anni!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Ale :-) Certo che ci sta che uno non voglia rivedere i compagni delle superiori: se mi avessero chiesto, 10 anni fa, di partecipare a un ritrovo con la classe delle medie credo che me la sarei data a gambe! Però, ricordarsi la data dopo due settimane, e venirmi a cercare per vomitarmi addosso tutte quelle cattiverie, mi pare un po' troppo per una persona che semplicemente non aveva voglia di rivedere i compagni. Un fondo di verità, in quello che Camilla diceva, c'era - effettivamente intervenivo molto, in classe, e ci tenevo a fare bella figura coi professori: era un segno di stima nei loro confronti, e non una leccata di culo; anche se capisco che a qualcuno potesse sembrare impertinente - ma può essere importante dopo 7 anni, e soprattutto quando ormai l'adolescenza se n'è andata?!?

      Elimina
  4. Io sono quella che ogni anno organizza la cena di classe, diciamo che sono il collante e rivederci è sempre emozionante, ogni volta!
    C'è sempre chi boicotta e pazienza...non ce ne curiamo, stiamo bene tra noi!
    Comunque ora sono curiosissima!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che bello che vi ritrovate ogni anno! Invece noi dopo quel tentativo abortito non ci siamo piu' ritrovati...

      Elimina
  5. Forse aveva solo voglia di sfogarsi per vecchia ruggine.

    Buona giornata!

    RispondiElimina